Enzo Mari

Enzo Mari

Enzo Mari (Novara, 1932) è un architetto e designer italiano.

Enzo Mari frequentò l'Accademia di Brera dal 1952 al 1956 formandosi in letteratura ed arte, e approfondendo i temi della psicologia della percezione visuale.

Finiti gli studi, si dedicò subito al nascente mondo del disegno industriale, presentando il suo primo progetto al produttore di arredi milanese Danese nel 1957.

Mari applicò alla sua produzione i suoi studi personali sui temi della percezione e dell'aspetto sociale del design, alla sua funzione nella vita quotidiana e al ruolo del designer nel processo industriale.

Il designer, secondo Mari, non si sarebbe dovuto limitare alla creazione di oggetti belli e forme piacevoli: l'aspetto funzionale era imprescindibile, così come lo era l'efficienza delle scelte progettuali in campo di materiali e lavorazioni, non può esservi poesia senza metodo.

Mari recupera lo slogan del Movimento dell'Arte Programmata, di cui era stato esponente in gioventù, che cita: il nostro scopo è fare di te un partner. L'utente non è più consumatore passivo, ma diventa un fruitore di un oggetto e di un processo (quello del design) in cui ha una parte attiva.

Secondo un altro grande del design italiano, Alessandro Mendini, Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa.

Critico verso ciò che è diventato il design una volta conclusa l'epoca d'oro degli anni sessanta e settanta, Mari attribuisce al marketing la colpa di aver trasformato il designer da filosofo creativo in semplice interprete di tendenze. A fronte di queste considerazioni, nel 1999 Mari scrive il Manifesto di Barcellona, in cui sostiene che è necessario ritornare alla "tensione utopizzante delle origini del design" e invoca un nuovo giuramento di Ippocrate per cui "l’etica è l’obiettivo di ogni progetto".

  La carriera di designer

Mari è universalmente considerato uno dei maggiori teorici del design italiano e mondiale.

Sin dagli anni cinquanta partecipa ai movimenti di avanguardia legati al design, entrando nel gruppo dell'Arte Cinetica: lì ha modo di conoscere Bruno Munari, che influenzerà parte dei suoi lavori futuri, quali 16 animali e 16 pesci.

Nel 1963 diventa coordinatore del Gruppo Nuova Tendenza e organizza l'esposizione del gruppo alla Biennale di Zagabria del 1965.

Dal 1963 al 1966 insegna presso la Scuola Umanitaria di Milano: fu la prima delle sue esperienze da docente, che continuate sino agli anni 2000 in numerose scuole prestigiose tra cui il Politecnico di Milano, dove tenne diversi corsi nelle facoltà di Disegno Industriale e Architettura, o a Parma dove fu docente di Storia dell'Arte.

Durante quegli anni elaborò una propria teoria sul design e la mise in pratica nei progetti su cui lavorò nei settori del prodotto, della grafica e degli allestimenti. Per quest'opera continua di approfondimento, è stato premiato nel 1967 con un Compasso d'Oro per le sue "ricerche individuali sul design".

Sempre nel 1967 cominciò la sua decennale collaborazione con Gabbianelli: a fronte della richiesta di disegnare alcune decorazioni per delle "piastelle di design", Mari rifiutò di svolgere un semplice ruolo di grafico e intraprese un complesso percorso filosofico che lo ha portato a rivedere alle radici il concetto di decorazione a parete. Per le sue piastrelle (Serie Elementare del 1968, Traccia del 1978 e Decorato a Mano del 1981, tra le più importanti), Mari recupera tecnologie del passato ed elabora una poetica delle forme e dei colori fatta di segni elementari.

Nel 1974 Mari dà alle stampe Funzione della ricerca estetica, in cui sposta l'attenzione del dibattito sul design dal prodotto alla figura del designer.

Nel 1972 Mari partecipa all'esibizione Italy - The New Domestic Landscape, al MOMA di New York: la mostra, importantissima e che segnò la nascita della fama del "Made in Italy" nel mondo, contiene oggetti dei più grandi designer dell'epoca, quali Vico Magistretti, Ettore Sottsass e Paolo Lomazzi.

Mari era presente alla mostra con il vaso reversibile Pago-Pago (1969) di Danese, un vaso in ABS stampato che poteva essere usato dritto o capovolto, cambiandone l'aspetto estetico: l'idea di fondo era di consentire flessibilità d'uso, data l'impossibilità di creare il design perfetto per ogni ambiente.

Dal 1976 al 1979 è stato presidente dell'Associazione per il Disegno Industriale, nota per assegnare i premi Compasso d'Oro per il design.

Nel 1983 l'Università di Parma gli ha dedicato una mostra personale, grazie ad una collezione di 8500 schizzi e disegni originali donati da Mari al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'ateneo.

Opere di Mari sono esposte nei principali musei di arte e design del mondo, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, il Museum of Modern Art di New York e il Louvre di Parigi.

Nel 2001 ha pubblicato Progetto e passione.

Nel 2008 gli è stata dedicata dalla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Torino una personale antologica, in occasione dell'Anno Internazionale del Design.